Roccamandolfi Bandiera Arancione

Agnone, IS, Italia - View on map
Description

Se sei alla ricerca di un viaggio nella cultura e nelle tradizioni, ti suggeriamo di visitare Roccamandolfi è un comune italiano di 846 abitantI della provincia di Isernia in Molise. Roccamandolfi, un caratteristico centro montano ai piedi del massiccio del Matese, quasi al confine tra Molise e Campania, è una destinazione turistica assolutamente da non perdere in Molise,

Roccamandolfi è un luogo incantevole, che offre un’esperienza unica a chi cerca pace, bellezza e storia. Il borgo è il luogo ideale per chi vuole immergersi nella cultura e nella tradizione della regione Molise, e per chi cerca un’avventura alla scoperta della natura e della storia d’Italia.

MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE

Santuario di San Liberato
A Roccamandolfi è presente un santuario che custodisce le reliquie di San Liberato Martire da oltre 200 anni. È un santo molto venerato in tutta la città e nei paesi limitrofi, e molti pellegrini, durante i giorni dedicati a lui, si recano sul posto come segno di devozione.

Chiesa dei Santi Martiri
Un’altra chiesa presente a Roccamandolfi è quella dei Santi Martiri, detta semplicemente “Dei Santi” in cui tra le altre, sono presenti le statue di San Sebastiano, sant’Anna e san Donato. A quest’ultimo, fin dai tempi antichi considerato il protettore degli epilettici (l’epilessia in dialetto molisano si chiama “il mal di San Donato”) era dedicata una fiera di bestiame e una grande festa. Oggi, dietro l’altare della piccola chiesa resta ancora lo strumento col quale gli abitanti del paese e dei borghi limitrofi venivano a pesare i propri figli, offrendo, per la loro benedizione da parte del Santo, un quantitativo di grano pari al peso dei bambini in questione.

Chiesa di S. Giacomo il Maggiore
Il Santuario di San Liberato è un tempietto ricavato nell’abside della Chiesa di San Giacomo Maggiore, ma attualmente l’intero edificio sacro è considerato sia “Santuario di San Liberato” che “Chiesa di San Giacomo il Maggiore”, in cui sono conservate, quindi, anche alcune reliquie del Santo Apostolo.

Castello Longobardo-Normanno
Sulla sommità del colle su cui è costruito il paese sono presenti i ruderi di un castello normanno costruito su una preesistente fortezza longobarda. Il castello è stato oggetto di studi approfonditi anche in tempi recenti (2006).

Croce Viaria
All’entrata del borgo, in quella che era anticamente l’unico ingresso del paese è presente un’interessante croce viaria, la quale, insieme alla devozione per S. Giacomo il Maggiore, fanno pensare che Roccamandolfi sia stata una delle mete, o delle tappe per i pellegrini che si recavano a Santiago di Compostela. Probabilmente fu eretta nel secolo XIV per volere dei sovrani angioini al termine di una vittoriosa “caccia” a un gruppo di eretici asserragliati tra le rovine del castello normanno.

Parco Trainara
Nella zona bassa del centro abitato è presente un piccolo parco, fino a qualche anno fa intitolato ai roccolani emigrati in tutto il mondo. Questo parco consiste in una piazzetta antistante un’antica fontana da cui sgorgano le acqua del Matese, da un mosaico pavimentale che rappresenta lo stemma comunale e da un baldacchino di cemento che indica il luogo dove è possibile raccogliere l’acqua. Di fronte al parco, a testimonianza dell’abbondanza di acqua della zona si trova il Lavatoio Pubblico (Fontana Grotte, in roccolano La Rotte), un abbeveratoio del ‘700 che reca a lato una lapide ora quasi illeggibile in cui sono indicati il sindaco che volle l’opera e la data di costruzione della stessa, e un’altra fontana ben conservata.

Tre Croci
In località Tre Croci, ovvero poco prima di giungere al castello attraverso la strada Roccamandolfi-Longano, in un appezzamento di terra sul ciglio della strada è installato un altare campestre sul quale si celebra la Messa con cui si accolgono i pellegrini di Pietravairano che arrivano il primo venerdì di giugno attraversando il Matese per venerare San Liberato martire.

Piazza Marconi
La Piazza Marconi è un modesto spazio del borgo. La sua importanza storica consiste nel fatto che per anni ha rappresentato il luogo d’incontro serale della popolazione del paese. Siccome si trova alla fine delle scale d’accesso agli uffici municipali e alla chiesa principale, era il luogo in cui furono esposti i corpi dei famosi briganti di Roccamandolfi, una volta arrestati e giustiziati (vedi la storia-leggenda di Sabatino Maligno).

Ponte Tibetano
Nei pressi del Castello è stato installato da qualche anno un ponte metallico sospeso in aria per scopi principalmente turistici. Si tratta di una passerella sospesa a 40 metri di altezza dal letto del fiume sottostante, lunga 47 metri.

Ponte di San Bernardino e Macchialonga
All’entrata del paese, dopo la località “Macchie” ci si imbatte nel ponte di San Bernardino, principale accesso al centro abitato e sede di un’altra grande fontana. Non lontano da questa fonte, si può salire verso il primo luogo dove secondo la tradizione il corpo di San Liberato venne poggiato in terra e dove le sacre spoglie divennero tanto pesanti da non poter essere più trasportate verso Napoli.

Festa di San Donato
Come in molti altri centri del Molise e del centro-sud Italia, a Roccamandolfi si venera San Donato d’Arezzo. Il 6 agosto a Roccamandolfi si tengono processioni, sante Messe in onore del Santo e delle manifestazioni musicali.

TRADIZIONI E FOLKLORE

La pesatura
Come testimoniato nel 1962 da un documentario RAI curato dal giornalista Giuseppe Lisi, nel paese di Roccamandolfi fino agli anni sessanta si praticava la “pesatura del corpo in cambio della grazia”, usanza di origine orientale che ricorda alcune tradizioni medio-orientali ma anche la pesatura del cuore dei morti da parte del Dio Anubi nella cultura egizia antica. Nella piccola Chiesa dei Santi, in cui si venera ancora oggi, tra gli altri, San Donato Vescovo d’Arezzo, si pesava un bambino o chiunque richiedeva la guarigione al Santo e in cambio di questa gli si offriva una quantità di grano o di cereali pari al peso della persona che aveva bisogno dell’intervento miracoloso. La pratica serviva più spesso per cercare di curare le malattie che un tempo era impossibile “tenere a bada” in alcun modo, tra cui ricordiamo l’epilessia. La ricerca affannosa del popolo per curare questi disturbi ha fatto sì che i tutti i mali incurabili e dalle origini poco chiare vengano dette in dialetto (roccolano ma anche nel resto del Molise): “lə malə də Sandə Dənàtə” ossia il male di San Donato.

Festa di San Liberato
Una festa importante per il paese, benché sempre meno sentita dalle nuove generazioni, è la festa di San Liberato in cui vengono venerate le spoglie del Martire presenti nel santuario. Si svolge la prima domenica di giugno. Un tempo i pellegrini di tutto il Matese campano e molisano si recavano in visita dal santo per i quindici giorni prima e i quindici giorni dopo tale data. Oggi gli stessi si recano in pellegrinaggio a Roccamandolfi solo dal venerdì precedente secondo un calendario prestabilito:

a) il primo venerdì di giugno la compagnia di pellegrini più devoti (quelli di Pietravairano (CE) viene accolta in alta montagna dal parroco del paese e i fedeli roccolani in processione. In seguito, dopo la celebrazione in località Tre Croci, di una santa messa su un altare campestre consacrato, vengono accolti nelle “case del pellegrino” per una notte. La devozione dei pellegrini di Pietravairano dà luogo a una manifestazione religiosa molto commovente e suggestiva: appena i pellegrini arrivano sulla soglia del santuario, si gettano in ginocchio e procedono verso l’altare maggiore pregando e cantando al ritmo di una campana che scandisce il tempo. Alla mezzanotte del sabato seguente, i pellegrini tornano a Pietravairano partendo proprio dall’altare maggiore ma percorrendo la navata in ginocchio e all’indietro.

b) il sabato, prima e dopo la partenza della compagnia di Pietravairano, ci si intrattiene in piazza Marconi per ascoltare i tradizionali concerti bandistici. Poi, la mattina seguente arrivano in paese compagnie di altri paesi limitrofi, tra cui, Pratella, Prata Sannita, Spinete e Busso. Un’aliquota di pellegrini bussesi entra in paese tradizionalmente a cavallo.

c) il mattino della domenica il paese è svegliato da un colpo di fuoco d’artificio e dal vociare delle prime persone giunte alla fiera di San Liberato, il quale era un tempo estesa lungo tutto il paese ma che oggi conta qualche decina di bancarelle. Alle 12:00 un altro colpo avvisa la popolazione che è l’ora di radunarsi sul Colle Santiello per osservare (o piuttosto per udire) il suggestivo rimbombo tra i monti matesini dei fuochi d’artificio diurni. Gli stessi, alla fine delle processioni, delle messe e dei concerti saranno ripetuti a mezzanotte, nella bella cornice formata dai monti antistanti il borgo.

Giornata del pastore
Verso la metà di luglio, a Campitello di Rocca (situato sui monti del Matese che sovrastano Roccamandolfi), si svolgeva sin dalla fine degli anni ’70 la Giornata del pastore, dove molte persone provenienti da ogni parte dei circondari limitrofi si riunivano per gustare i prodotti tipici del luogo. La manifestazione, divenuta sempre più grande, all’inizio degli anni Duemila contava la presenza di migliaia di persone, decine di stand d’ogni tipo, oltre a quelli enogastronomici e di prodotti d’artigianato locale; poi improvvisamente, non essendo stata più pubblicizzata e finanziata da nessun ente pubblico, si interruppe. Per un paio d’anni la popolazione affezionata alla festa ha continuato a riunirsi la penultima domenica di luglio per festeggiare la non più esistente sagra, finché dei comitati locali l’hanno riorganizzata completamente dando alla manifestazione il carattere agro-pastorale e pedagogico che aveva agli inizi. Attualmente è detta “Festa del Pastore”.

Festa di S. Giacomo il Maggiore

IL 25 luglio si festeggia San Giacomo il Maggiore. Negli ultimi anni alle manifestazioni religiose (processione e santa Messa) sono state abbinate anche la “Gnoccata” o sagra degli gnocchi e una manifestazione di interregionale di costumi e balli della tradizione folkloristica centro-meridionale.

 

“La località si distingue per il centro storico tipico, raccolto e ben tenuto, visitabile in tranquillità con una bella passeggiata, guidati da un percorso di visita. Buona la varietà e la fruibilità degli attrattori, descritti anche con pannelli informativi che ne illustrano le caratteristiche. La località è inoltre vivace e ospitale.” Marta, ghost visitor TCI

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